
Consapevolezza al volante
Dedicate agli automobilisti per favorire la sicurezza sulle strade
La mancanza di attenzione è il principale fattore di incidenti in automobile, e non è dovuta solo a disturbi fisici, alla stanchezza, o al consumo di alcol o droghe: è legata in primo luogo al nostro stato emotivo.
È questa consapevolezza che ci può salvare la vita, a noi e agli altri.
Ecco il senso e l’importanza di dedicare degi incontri a lavorare su questa consapevolezza, applicandola in modo specifico alla guida. Sia che passiamo in automobile molte ore della nostra giornata, sia che la usiamo solo ogni tanto e per brevi percorsi.
Gli incontri esperienziali, condotti da Alessandra Callegari, si pongono una serie di obiettivi:
– riconoscere nel corpo i segnali dell’emozione, anche se apparentemente impercettibili
– imparare alcune tecniche di rilassamento utili per gestire l’ansia da guida
– capire le posture non funzionali che adottiamo al volante e imparare ad adottare quelle fisiologicamente più sane, non solo in automobile ma in generale nel nostro quotidiano
– individuare le situazioni di stress più comuni nella nostra vita e cominciare a gestirle meglio
– verificare quali sono i nostri atteggiamenti caratteriali tipici alla guida e il nostro rapporto con l’automobile
Per informazioni: Alessandra Callegari, 339 5324006, callegari@alessandracallegari.it
In città o in autostrada, nell’ora di punta o nel cuore della notte, guidare è spesso fonte di stress. Siamo abituati a pensare che le cause dello stress al volante siano da imputare soprattutto alle condizioni ambientali, esterne – traffico, tempo atmosferico, tipo di strada – e troppo poca attenzione prestiamo invece alle nostre condizioni quando ci mettiamo al volante.
Non ci riferiamo alle capacità di guida dal punto di vista tecnico (che pure sono importanti), ma soprattutto alla nostra capacità di fare “attenzione”. La mancanza di attenzione è il principale fattore di incidenti in automobile, e non è dovuta solo a disturbi fisici, alla stanchezza, o al consumo di alcol o droghe: è legata in primo luogo al nostro stato emotivo.
Guidare non è come camminare su un marciapiede e nemmeno come andare in bicicletta: avere un’automobile tra le mani implica che i nostri riflessi siano molto più pronti, che i nostri sistema di controllo e di allarme – ovvero il sistema di risposta allo stress – sia in grado di percepire ed elaborare i segnali di pericolo in tempi brevissimi (sempre più brevi in rapporto anche all’aumentare della velocità alla quale ci stiamo muovendo).
Imparare a gestire le emozioni
Le emozioni fanno parte della nostra vita: non c’è attimo in cui – anche se non ne siamo consapevoli – non proviamo una certa emozione, sia pure a un livello latente e totalmente inconscio. Tutte le nostre esperienze sono fonte di emozioni: sia quelle legate agli incontri, per casuali e apparentemente insignificanti che siano, con altri esseri umani, sia quelle legate all’influenza che ha su di noi l’ambiente che ci circonda.
Il solo fatto che piova o che ci sia il sole può cambiare il nostro umore. Anche incrociare uno sguardo con un individuo sconosciuto, ascoltare un frammento di conversazione tra due estranei, essere apostrofati da un passante distratto può modificare il nostro stato emotivo. Figuriamoci aver litigato con il capoufficio, aver scoperto un tradimento del partner, aver appreso che nostro figlio si droga o che è morto un caro amico!
Ma siamo così poco abituati a essere in contatto con le nostre emozioni, presi nel vortice di una vita che, soprattutto in città, non ci consente spazi di “auto-ascolto”, da non farci caso. Letteralmente, non sentiamo le nostre emozioni – paura, rabbia, tristezza, per non citare che le principali – e difficilmente ci fermiamo a sentire anche le sensazioni fisiche che le accompagnano, a meno che siano così evidenti – una forte accelerazione del battito cardiaco, sudore freddo, respiro affannato, lacrime – da non poter essere ignorate.
Il nostro stato emotivo, variegato e mutevole – sia pure legato anche alla nostra struttura caratteriale, ovvero al nostro tipo di personalità – ci accompagna dunque anche in automobile e quando guidiamo siamo “anche” preda delle nostre emozioni, che influiscono sulla nostra capacità di essere attenti, presenti a noi stessi, radicati nel qui e ora dell’azione di guidare.
È questa consapevolezza che ci può salvare la vita, a noi e agli altri.