

Sul canale Youtube di Collage Counseling trovate tutti gli interventi al Convegno “STAY TUNED: la mediazione corporea nella civiltà degli iperconnessi”, organizzato a Milano all’interno dell’iniziativa “Maratona Lowen” del 17-18-19 maggio 2019.
Intervento di Frederic Lowen
Intervento di Maurizio Stupiggia
Intervento di Alessandra Callegari
Intervento di Alessandra Cosso
Intervento di IvanIvano Gamelli
Intervento di Michele Marangi
Perché fare cultura oggi è un’urgenza di per sé, in qualsiasi campo ci troviamo, per sostenere il pensiero libero e critico e la capacità di scegliere e non lasciarsi influenzare.
Osservare il contesto, quindi, per conoscerlo e poter imprimere anche delle piccole pressioni delicate che facciano emergere in figura le risorse e provino a ridurre il disagio. Spinte gentili, potremmo dire, mutuando questa espressione dall’economia (Richard Thaler 2008, premio Nobel 2017).
Il counseling assume una funzione di accompagnamento, che asseconda il movimento spontaneo e propone piccole spinte nella direzione di un maggior benessere e di una maggiore espansione, quantitativa e qualitativa, di sé e delle relazioni.
Il tema della connessione reale e virtuale è un tema fortemente sentito e attuale, tanto quanto evitato e temuto. Laddove si produce la tecnologia, per esempio, ovvero tra gli ingegneri informatici, non ci si sta chiedendo pressoché nulla sulla relazione tra la tecnologia e l’Essere Umano, in senso etico e di prospettive. Dove ci porta tutto questo?
Così ci muoviamo tra voci piene di ottimismo e di speranze e, il momento dopo, prefigurazioni catastrofiche.Il tema si lega al fatto che stiamo attraversando una svolta epocale, segnata dalla sviluppo velocissimo e pervasivo delle nuove tecnologie, che comporta, tra i suoi effetti potenti, un cambiamento di postura dell’essere umano.
Abbiamo tutti presente l’immagine dello sviluppo posturaledell’essere umano, ontogenetico e filogenetico: da una posizione pressoché quadrupede, gradualmente, a quella eretta. Ebbene, l’attuale cambio di postura vede il corpo che torna a piegarsi in avanti, lo sguardo abbassato e non più all’orizzonte, le teste chine su computer e smartphone…
Con tutto quello che comporta sul piano muscolare e motorio: c’è già chi prefigura i problemi di cervicale e cifosi che avranno i nostri figli da adulti. Mentre sul piano percettivo, dei sensi, ci ritroviamo concentrati e catturati alcuni, annebbiati e intorpiditi altri, in una realtà ormai quasi solo virtuale.
La nuova postura ha effetti anche nella percezione di sé, come Essere Umano che sperimenta un senso di potenza (e verosimilmente il suo corrispettivo di impotenza) così alto da creare soggetti tanto simili a sé, da essere in grado di interagire con una propria intenzionalità.
Soggetti in grado di intrattenerci (come al Gran Café di Rapallo, dove i camerieri prendono le ordinazioni e dei robot portano poi la consumazione ai tavoli) e di svolgere al posto nostro tanti lavori.È la nuova potenza umana di creare oggetti che stanno rivoluzionando le nostre vite. Quelli che utilizziamo nel nostro quotidiano, ma anche quelli creati nel campo della domotica o dell’ortopedia.
Per esempio, una persona come Bebe Vio, che tutti conosciamo, grazie a una app installata sul suo smartphone usa delle protesi mioelettriche che le permettono di fare qualsiasi cosa. Ha dieci dita touch screen che sono indipendenti le une dalle altre e praticamente identiche a quelle normali e due elettrodi sull’avambraccio, in prossimità del muscolo flessore ed estensore, da cui parte il comando corporeo di aprire e chiudere la mano.
Pensiamo al caso, riportato qualche mese fa, di una ragazzina malese di sedici anni che aveva lanciato un sondaggio su Instagram chiedendo con urgenza delle risposte. “È davvero importante. Aiutatemi a scegliere: vita o morte?” Il 69% dei suoi fan ha cliccato D. Death. E la ragazzina ha eseguito alla lettera: si è tolta la vita.
Di fronte alla richiesta contorta di una prova di affetto, basta un minimo gesto con un pollice e si invita un altro essere umano a morire.