
Quarantacinque anni di pratica
La relazione d’aiuto secondo lo psicoterapeuta Irvin Yalom
“I consigli di questo libro – scrive Irvin Yalom nell’introduzione a Il dono della terapia (Neri Pozza, Milano 2014) – sono tratti da annotazioni relative a quarantacinque anni di pratica clinica. Esso rappresenta un mélange particolare di idee e tecniche che ho trovato utili nel mio lavoro. Queste idee sono così personali, presuntuose e qualche volta originali che difficilmente il lettore potrà trovarle altrove”.
La terapia e il rapporto analista-paziente (ma, potemmo dire, anche quello counselor-cliente) sono, come indica il titolo, l’argomento di questo libro straordinario, che chiunque pratichi la relazione d’aiuto dovrebbe leggere.
Yalom ci invita a seguirlo attraverso ottantacinque temi centrali della relazione d’aiuto, mostrando come la terapia possa e debba essere innanzitutto una grande opportunità per “essere umani”. Il senso dell’empatia, l’importanza del “toccare”, evitare le diagnosi, non avere paura di sbagliare, elaborare il processo in corso, e sempre e comunque ricordare che se il terapista ha molti pazienti, il paziente ha un solo terapista.
L’esperienza terapeutica presentata da Yalom appare come una sorta di viaggio, in cui il terapeuta e i pazienti diventano singolari “compagni di viaggio”, in un rapporto che non è di potere ma di profonda fratellanza.
Unendo l’abilità di narratore al rigore dello studioso, Yalom riesce a unire pagine profonde in cui fa rivivere i suoi autori più amati – Nietzsche o Schopenhauer, Spinoza o Hesse – ad altre in cui con grande ironia e semplicità racconta di sé e delle proprie fragilità. Un libro emozionante che mostra come ogni relazione sia complessa, a volte ardua e non privo di trappole, ma sempre ricca di affascinanti scoperte. Una relazione intima – quella tra terapeuta e paziente o tra counselor e cliente – che, citando le parole di Reiner Maria Rilke, poeta caro a Yalom, è in grado di dare a tutti noi gli strumenti per affrontare «ciò che c’è di irrisolto nei nostri cuori».