
L’autobiografia di Lowen
La nascita della Bioenergetica nei ricordi del suo fondatore
Onorare il corpo, l’autobiografia di Alexander Lowen, tradotta da Alessandra Callegari e pubblicata da Xenia nella Collana Percorsi di Consapevolezza diretta da Enrico Cheli, è l’intima, illuminante storia, narrata in prima persona – e preceduta da una prefazione del figlio Frederic Lowen, direttore della Alexander Lowen Foundation – di uno dei più grandi innovatori nel campo della psicoterapia, fondatore della Bioenergetica, la rivoluzionaria terapia che usa il linguaggio del corpo per guarire i problemi della mente.
Alexander Lowen (1910-2008) condivide con il lettore la sua vita, raccontandola con genuinità ed eccezionale candore: dall’infanzia povera nel quartiere di Harlem, agli studi e ai primi lavori; dall’incontro fondamentale con Wilhelm Reich, di cui è stato paziente e allievo, a quello con l’amatissima moglie Leslie; dalla nascita dell’unico figlio Frederic, alle riflessioni sui suoi libri; dal percorso di nascita e sviluppo della Bioenergetica alla collaborazione con John Pierrakos; dalla fondazione dell’International Institute of Bioenergetic Analisys ai viaggi e senimari in tutto il mondo, Italia compresa, per diffondere le proprie idee, fino a un’età avanzata.
“Se avete la volontà e la disponibilità di accettare le realtà della vita vivrete a lungo. A me ha permesso di arrivare a novantatré anni di età” scrive Lowen nel 2003, un anno prima di pubblicare il testo. “Sono cresciuto dando valore alla mente e all’intelletto, non al corpo, favorire la vita della mente andava contro la mia natura. Curare la separazione tra la mia mente e il mio corpo è stata la sfida di tutta la mia vita. Nei sessant’anni durante i quali ho praticato la psicoterapia ho imparato che la via per la salute emozionale passa dal corpo. E lo scopo principale dell’Analisi Bioenergetica è sempre stato quello di guarire la separazione mente-corpo.”
Lowen è vissuto fino all’età di 98 anni (vedi l’intervista del 2002) e fino a 95 ha lavorato e avuto pazienti, testimoniando con la sua esuberante vitalità l’importanza di essere in contatto con il proprio corpo per avere una “salute vibrante”.