
Surreale, giocoso e vitale
Il grande artista spagnolo
fra i maestri del Novecento
Joan Miró i Ferrà (Barcellona, 20 aprile 1893 – Palma di Maiorca, 25 dicembre 1983) è uno dei più grandi artisti spagnoli, esponente del surrealismo.
Figlio di un orefice e orologiaio, Joan Miró comincia a disegnare dall’età di 8 anni, seguendo dapprima lezioni private per poi frequentare l’Accademia Galí ed entrare in contatto, dal 1916, con diverse personalità nel mondo dell’arte. La sua prima esposizione personale è del 1918.
Attirato dalla comunità di artisti che si riuniva a Parigi, vi si stabilisce nel 1920 e conosce Picasso e il circolo dadaista di Tristan Tzara. Già in questo periodo comincia a esprimere un proprio stile originale, influenzato dapprima dai dadaisti ma poi sempre più astratto e surreale.
Nel 1926 collabora con Max Ernst per la scenografia di Romeo e Giulietta e realizzò il celebre Nudo. Dopo la morte del padre, nel 1927 si trasferisce alla Cité des Fusains ed entra in contatto anche con Jean Arp e Pierre Bonnard. Nel 1928 la sua esposizione nella galleria Georges Bernheim lo fa conoscere a un pubblico più vasto.
Il 12 ottobre 1929 Miró sposa Pilar Juncosa a Palma di Maiorca; la coppia avrà una figlia, María Dolores (1931-2004).
Inizia in questi anni una sperimentazione artistica che lo porta a sperimentare la litografia, l’acquaforte, la scultura, la pittura su carta catramata e vetro.
Con lo scoppio della guerra civile spagnola (1936) Mirò torna a Parigi, dove si dedica a raccogliere fondi a favore della causa repubblicana, ma torna in Spagna con l’invasione nazista della Francia e vive poi stabilmente a Maiorca o a Montroig.
Fra i più radicali teorici del surrealismo – al punto che André Breton lo indica come “il più surrealista di noi tutti” – Mirò esprime il proprio disprezzo per la pittura convenzionale per giungere a nuovi mezzi di espressione e a nuove sperimentazioni. Dopo la morte della madre, avvenuta nel 1944, si dedica a lavori sfusi di ceramica e a sculture di bronzo.
Nel 1954 vince il premio per la grafica alla Biennale di Venezia e nel 1958 il Premio Internazionale Guggenheim e in questi anni fa molti viaggi ed esposizioni negli Stati Uniti.
Nel 1956 si stabilisce definitivamente a Palma di Maiorca, donando poi parte della proprietà alla cittadinanza, che nel 1981 vi allestisce la Fundació Pilar e Joan Miró. Già nel 1972, pealtro, Miró aveva creato la Fundació Joan Miró a Barcellona.
Nel 1978 si dedica alla scenografia teatrale e alla scultura monumentale: risale a questo periodo la sua celebre scultura Dona i ocell (Donna e uccello), che si trova nel parco Joan Miró a Barcellona.
Nel 1979 l’Università di Barcellona gli conferisce la laurea honoris causa (dopo quella dell’Università di Harvard, del 1968). Tra le opere degli ultimi anni, i Murales del Sole e della Luna presso l’edificio dell’Unesco a Parigi.
Muore a Maiorca all’età di 90 anni e viene sepolto a Barcellona, nel cimitero di Montjuïc.
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Ho “conosciuto” Mirò da ragazza, quando, appassionata di pittura, mi affascinavano le sue tele coloratissime e piene di meraviglia. E ricordo quando venne installata una sua scultura in bronzo, da lui donata alla città nel 1973, in via Senato, davanti all’Archivio di Stato.
Perché scegliere Mirò e le sue opere per illustrare questo sito?
Perché la sua opera esprime una creatività totale, libera, assoluta.
Una visione del mondo piena di fantasia e di gioia, di ironia e di provocazione. Piena di colore, ricca di dettagli, capace di essere estremamente “grafica” e strutturata e nel contempo fuori dagli schemi.
Una sorta di paradigma artistico della relazione: in grado di stare nei binari, ben consapevole delle regole, e capace anche di trasgredirle, consapevolmente. (A.C.)