
Fondatore della psicosintesi
Dalla psicanalisi freudiana alla visione dell’uomo completo
“L’unità (della personalità) è possibile. Ma rendiamoci ben conto che essa non è un punto di partenza, non è un dono gratuito: è una conquista, è l’alto premio di una lunga opera: opera faticosa ma magnifica, varia, affascinante, feconda per noi e per gli altri, ancor prima di essere ultimata.”
Roberto Assagioli (1888 – 1974) è stato uno psichiatra e teosofo italiano.
Laureatosi in medicina a Firenze nel 1910 con una tesi sulla psicoanalisi, fu indicato da Freud a Jung come colui che avrebbe introdotto la psicoanalisi in Italia, cosa che avvenne sia con la pratica clinica, sia con l’appartenenza, unico italiano, alla Società Psicoanalitica Internazionale, sia per la collaborazione negli anni 1909-1910 alle riviste fondate da Freud, sia per la pubblicazione del primo scritto di Freud su Psiche (1912), la rivista da lui fondata, il cui il secondo numero venne interamente dedicato alla psicoanalisi.
Già dal 1914 però Assagioli si distacca dal pensiero freudiano, ritenendolo limitato rimasto alla complessità della psiche umana, e comincia a porre le basi di un proprio orientamento teorico e pratico, autoformativo e terapeutico, da lui chiamato Psicosintesi, in cui all’aspetto analitico affianca la dimensione sintetica dei processi dinamici della mente, sviluppando un sempre maggiore interesse per la dimensione spirituale, da lui definita trascendente, della mente umana.
Nel 1926 pubblica l’opuscolo Psychosynthesis. A new method of healing e fonda a Roma l’Istituto di Psicosintesi, chiuso durante il fascismo ma riaperto poi a Firenze dove tuttora ha sede.
Nel 1940, allo scoppio della seconda guerra mondiale, viene arrestato per “attività pacifiste”, invise al regime fascista e aggravate dalle sue origini ebraiche, e tale esperienza si rivela per lui un’occasione fondamentale di crescita e rinnovamento interiore. Rilasciato qualche tempo dopo, trascorre gli anni della guerra nella sua tenuta aretina, per poi riprendere l’attività nel 1945. Nel 1973 fonda la Società Italiana di Psicosintesi Terapeutica, scuola di formazione per psicoterapeuti fra le prime riconosciute legalmente in Italia. Muore nel 1974.
Il pensiero assagioliano parte dalla psicoanalisi classica per muoversi nell’ambito della psicologia umanistica (Assagioli ebbe vari scambi con Maslow) e transpersonale, attivando la dimensione superiore dell’inconscio. L’uomo viene visto come incompleto, teso alla propria realizzazione lungo un percorso esistenziale e spirituale che non ha sostanzialmente mai fine. Secondo Assagioli l’individuo è una inscindibile unità di componenti biologiche, emozionali, mentali e spirituali, capace di sviluppare un orientamento cosciente e volitivo dopo aver conosciuto e padroneggiato il proprio mondo inconscio. Studioso delle filosofie orientali e transpersonali, ha contribuito attivamente alla nascita di alcuni gruppi di carattere transpersonale o spirituale, tra cui la Teosofia. A partire dal 1960 ha dato impulso alla Scuola di Studi Esoterici, lavorando con Frank Hilton.
La psicosintesi considera l’essere umano dotato di un centro di coscienza e di volontà, capace di comporre la molteplicità che lo costituisce in una sintesi più armonica (psicosintesi personale) che a sua volta, applicata sul piano relazionale, favorisce l’integrazione fra gli individui, e fra questi e l’ambiente (psicosintesi interpersonale). L’evoluzione umana è vista come una continua crescita verso sintesi sempre più ampie, tali da espandersi oltre la coscienza personale ordinaria, fino all’identificazione con il Sé (psicosintesi transpersonale). Il processo psicosintetico si articola in tre fasi, che rappresentano le tappe di un processo circolare, infinito: “Conosci te stesso, possiedi te stesso, trasforma te stesso”.
Assagioli ha ideato uno schema, detto ovoide, in cui descrive la struttura della personalità umana e in cui si ritrova un’area centrale in cui hanno sede il sé personale e i contenuti di coscienza; l’area dell’inconscio che viene suddiviso in inconscio inferiore (che si identifica con quello classico), centrale e superiore (dove hanno sede gli aspetti transpersonali dell’individuo) e l’inconscio collettivo (secondo Jung). Nell’inconscio superiore ha sede il Sé superiore o transpersonale, identificabile con l’essenza cosmica, di cui l’Io o sé personale è un riflesso nella nostra personalità.
La stella rappresenta invece quella che Assagioli definisce la fisiologia della psiche: descrive l’operatività dell’io personale, centro unificatore di elementi psichici vari ed eterogenei. L’azione dell’Io personale avviene attraverso l’uso di sensazioni, impulsi, emozioni, pensieri, immagini ed intuizioni che, conosciuti come funzioni, possono essere usati in modo armonico per costruire creativamente il futuro personale e di relazione. In questo modo si evita di subire deterministicamente, e riprodurre meccanicamente, il passato. La pluralità degli elementi, usualmente percepita come diversità, può essere dunque vissuta, attraverso l’armonizzazione delle funzioni, come unità e trarre senso e significato dalla sua stessa più profonda identità, riconosciuta ed espressa.
Opere principali in italiano:
* Psicosintesi: per l’armonia della vita, Mediterranee, Roma 1966
* Principi e metodi della Psicosintesi Terapeutica, Astrolabio, Roma 1973
* L’atto di volontà, Astrolabio, Roma 1977
* I Tipi Umani, a cura del Consiglio Direttivo dell’Istituto di Psicosintesi, Firenze 1978, postumo
* Educare l’uomo domani, Ed. Istituto di Psicosintesi, Firenze 1988, postumo
* Lo sviluppo transpersonale, a cura di M. Macchia Girelli, Astrolabio, Roma 1988, postumo
* Comprendere la Psicosintesi, a cura di M. Macchia Girelli, Astrolabio, Roma 1991, postumo