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Costellazioni familiari

Costellazioni familiari

Un metodo per “fare ordine”

Come imparare a collocarsi in famiglia e nei sistemi di cui facciamo parte

Le costellazioni familiari, come indica il nome, sono fondamentalmete “rappresentazioni della famiglia”: gli esseri umani nascono all’interno di un sistema che, nella nostra cultura, è la “famiglia”, ovvero un insieme di base formato da figli e genitori, che a loro volta sono nati e cresciuti all’interno delle rispettive famiglie. Intorno a questo sistema familiare di base ci possono essere (oltre ai genitori dei genitori, cioè i nonni, e via via i bisnonni ecc.) altri figli – quindi fratelli e/o sorelle – ma anche fratelli e sorelle dei genitori – cioè zii e zie -, eventualmente con i loro figli, ovvero cugini e/o cugine…

Senza contare che oggi, oltretutto, l’istituzione della separazione e del divorzio permette ai genitori di ricreare altre famiglie, “allargate”, che sono ulteriori sistemi che si affiancano o si sovrappongo al primo. E le famiglie oggi sono formate anche da genitori omosessuali, con figlie che hanno due mamme o due papà… allargando ancora di più il sistema e i sistemi.

Sistemi familiari sempre più complessi

Ciascuno di noi non cresce dunque isolato ma all’interno di uno o più sistemi, e strutturiamo la nostra personalità attraverso l’interazione con l’ambiente in cui viviamo, ovvero in relazione, diretta o indiretta, consapevole o meno, con i membri di questi sistemi. Le dinamiche interpersonali che vi si svolgono – comprese quelle a noi sconosciute – possono avere una notevole influenza sulla formazione del nostro carattere, ferma restando ovviamente l’influenza principale e significativa data dal nostro nucleo familiare più stretto e dal rapporto diretto che abbiamo in primo luogo con nostra madre  – a cominciare dai mesi di gestazione – e poi con nostro padre.

Le costellazioni familiari, in particolare, sono un metodo per fare luce su queste dinamiche, comprese quelle inconsce, e per individuarne gli eventuali aspetti non funzionali che possono disturbare la crescita armonica di un individuo. Tali disfunzioni sono in genere legate all’assunzione di ruoli, all’attribuzione di responsabilità, alla proiezione di aspettative che, essendo indebite e distorte, generano nelle persone frustrazioni, tensioni, malesseri, conflitti, separazioni, malattie. Una somma di sofferenze – frutto soprattutto della non chiarezza, della inconsapevolezza, dell’equivoco, dello squilibrio – che si riflettono spesso anche nell’ambito professionale oltre che in quello affettivo.

Le cosbert hellingertellazioni familiari, messe a punto da Bert Hellinger (nella foto) ma frutto anche di altre discipline come la Gestalt di Fritz Perls, lo psicodramma di Jacob Levi Moreno, la terapia familiare di Virginia Satir, oltre che della teoria del campo di Kurt Lewin e del campo morfico di Rupert Sheldrake, si svolgono generalmente in un contesto di gruppo e permettono non solo di “fotografare” il sistema, mettendolo in scena così come viene percepito dalla persona e facendo chiarezza sulla situazione che viene rappresentata e “oggettivata” nello spazio, ma offrono diverse possibilità di comprensione sulle dinamiche non percepite, oltre a possibili soluzioni per “uscire dallo schema” e intervenire sulle relazioni interpersonali e su di sé.

Una rappresentazione dinamica

Il metodo si basa sulla possibilità per una persona di “mettere in scena” una situazione, una dinamica, una relazione, un problema. E questo avviene utilizzando gli altri membri del gruppo – che si rendono disponibili a tal fine – per rappresentare sé e la propria famiglia (d’origine o attuale, a volte solo alcuni membri, a volte tutti), disponendoli nello spazio in base a come la persona percepisce la relazione fra loro e con sé. I rappresentanti non devono fare nulla, se non essere appunto disponibili a “sentirsi nei panni” delle persone che rappresentano, lasciando il corpo libero di manifestare sensazioni ed emozioni che eventualmente emergano nella posizione e ruolo in cui si trovano. Da questi “movimenti”, frutto del contatto con il campo morfico o energetico del sistema familiare rappresentato, emergono indicazioni sulle dinamiche disfunzionali del sistema, che la persona che ha messo in scena la costellazione può comprendere e utilizzare, aiutato dal facilitatore esperto di costellazioni.

Compito del facilitatore è infatti quello di “guidare” la persona verso la comprensione della costellazione, ovvero di quanto accade attraverso i movimenti dei rappresentanti, senza però forzare con interpretazioni ma permettendole di stare nel qui e ora con quello che c’è. Al momento opportuno può mettere la persona al proprio posto all’interno della costellazione e far dire, a lei e/o ad altri rappresentanti, frasi utili al fine di fare chiarezza su quanto emerso circa le dinamiche interpersonali e soprattutto nell’obiettivo di “rimettere al proprio posto” o “fare ordine” rispetto a ruoli e posizioni disfunzionali.

Gli “ordini dell’amore”

Bert Hellinger, elaborando il proprio metodo, ha individuato quelli che ha chiamato “ordini dell’amore”, ovvero una serie di regole che governano il sistema familiare (e tutti i sistemi sociali in genere) da un punto di vista di ruoli, di responsabilità, di gerarchie, di diritti e doveri ecc. Quando tali ordini vengono riconosciuti e rispettati il sistema è in equilibrio e in armonia, altrimenti si creano delle disfunzioni che si riverberano nelle relazioni interpersonali e nelle strutture caratteriali dei singoli membri del sistema.

Secondo tali “ordini dell’amore” ogni membro di un sistema familiare ha il diritto di farne parte e di esservi legittimamente collocato e non dovrebbero esservi giudizi in merito a chi sia migliore o peggiore o a chi abbia più o meno diritto di essere parte della famiglia stessa. Ogni esclusione o dimenticanza di un membro del sistema (per emarginazione sociale, menomazioni fisiche o mentali, carcerazione, omosessualità, emigrazione, scelte religiose, morte precoce, aborto, nascita non riconosciuta, ecc.)  si ripercuote sul sistema generando disfunzione, disagio, malessere. Ogni membro ha dunque una posizione unica, insostituibile e speciale in relazione a tutti gli altri, fin dal momento in cui la persona entra nella vita della famiglia e nessun altro può occupare il posto che le spetta di diritto.

Ognuno inoltre deve essere pienamente responsabile di ciò che fa: le conseguenze di ogni azione portata a termine da un componente della famiglia, se non se ne fa carico, ricadono sul sistema nel suo complesso. Anche ogni torto o esclusione commessi all’interno della famiglia nei confronti di un predecessore deve trovare compensazione tramite un successore: la “coscienza familiare”, che secondo Hellinger tende sempre all’equilibrio, si fa carico delle persone emarginate o dimenticate, per “reintegrare” l’escluso nel ricordo dalla famiglia.

Le costellazioni familiari oggi sono un metodo sempre più noto in tutto il mondo e in Italia (dove sono state diffuse, in particolare, da Attilio Piazza) e trovano applicazione non solo rispetto a problematiche familiari e relazionali, ma anche rispetto a disfunzioni e disagi nella professione, nel rapporto con il denaro, con la salute, e nelle dinamiche interne alla personalità. Possono essere applicate anche in individuale, utilizzando il metodo dei playmobil, messo a punto da Jacob e Sieglinde Schneider.