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Counseling di gruppo

Counseling di gruppo

Una relazione complessa

Lavorare su di sé con gli altri per crescere insieme

Il counseling di gruppo permette a molte persone di fare un passaggio importante: se già lavorano su di sé con il counseling individuale, passare dalla relazione intima e consolidata che li ha accompagnati nel processo di counseling a una dimensione allargata di gruppo significa affrontare una palestra relazionale di più ampio respiro, con tutti i movimenti e i contatti che in esso inevitabilmente si generano e sviluppano.

Da tempo sappiamo che il gruppo non è semplice somma delle sue parti; è, piuttosto, un organismo vivente, un’unità originale che si crea grazie alla presenza delle specifiche persone che ne fanno parte e dei contenuti che portano. Ha un suo spazio e tempo entro cui si sviluppa, seguendo un andamento proprio, e chi ne fa parte “funziona” in quanto parte-del-gruppo, entra cioè in una modalità di funzionamento relazionale che si declina per differenza rispetto alla modalità relazionale a due.

Nel gruppo si riproduce in microcosmo la condizione di appartenenza sociale più ampia che tutti noi viviamo: nel nostro processo evolutivo passiamo infatti da una condizione di relazioni intime e nucleari (quelle intrafamiliari) a una graduale vita sociale allargata, complessa e con varianti significative sul piano del potere, dei ruoli, delle aspettative. Ecco dunque che il passaggio al counseling di gruppo, ovvero a una forma di lavoro su di sé in campo allargato, permette di stare in una dimensione relazionale sempre più complessa, necessaria per trovare, fuori dal setting protetto, modalità più funzionali e maggiore benessere.

Counseling di gruppo e territorialità

Entrando in un counseling di gruppo si sperimenta innanzitutto un cambiamento di posizione: dalla relazione a due si passa a relazioni multiple, a viversi come uno tra altri, senza tuttavia perdere la propria singolarità. Le direzioni relazionali si moltiplicano e la propria posizione si muove di continuo entro traiettorie nuove, più intrecciate e complesse. La posizione asimmetrica viene sostituita prevalentemente da una posizione simmetrica e paritaria, dentro la quale si sperimentano forme di potere o non-potere date dal proprio modo di stare a contatto con i movimenti altrui. Il gioco delle posizioni è maggiore, si fa necessità perché ciascuno porta modi originali e chiede a sua volta adattamenti creativi per poter essere contattato.

Il territorio gruppale viene conquistato gradualmente e mai definitivamente da chiunque ne entri a far parte: ciascuno individua e abita un proprio spazio e vi si rapporta nel modo che gli è più congeniale. L’istinto primario di conquista del territorio anima di continuo la vita dei gruppi. Chi si prende molto spazio, chi si ritaglia un angolino nascosto, chi anela al posto altrui, chi è intento a conservare la propria postazione: tutti mossi dal tema primario della territorialità, ognuno se lo gioca, più o meno consapevolmente, a seconda della struttura caratteriale.

Dalla relazione a due a relazioni multiple

Nel counseling di gruppo, anche la relazione con il counselor che conduce si modifica e compie movimenti diversi. La relazione privilegiata del setting a due viene lasciata andare – temporaneamente o definitivamente, a seconda delle decisioni prese da counselor e cliente – adattandosi alla numerosità dei contatti che attraversano costantemente il gruppo (massimo dieci-dodici persone). La funzione di leader assunta dal counselor non si differenzia drasticamente dalle dimensioni materno/paterne che emergono nella relazione individuale col cliente, ma si tratta di una maternità/paternità che si rivolge alla fratellanza e sorellanza e non più alla posizione di cliente “unico” vissuta in altro contesto.

Come nello sviluppo relazionale, si rende necessario il passaggio dalla posizione di figlio a fratello/sorella o, ancor più, alla dimensione sociale allargata che la società propone di continuo, aprendo possibilità e apprendimenti che prima, in quella fase dove ciò che più conta e serve è la formazione di una base sicura da cui un giorno prendere il volo, non potevano avvenire.

Gli incontri di counseling di gruppo di Collage sono percorsi di 10 incontri all’anno, di 4 ore ciascuno, condotti da Alessandra Callegari e/o Alessandra Di Minno e si svolgono di sera, dalle 18,30/19 alle 22,30/23, presso il Centro Kailash in piazzale Gambara 7/4 a Milano (a 50 metri dalla fermata M1 Gambara).

Informazioni:
Alessandra Callegari, cell. 339 5324006,  callegari@alessandracallegari.it oppure callegari@collageformazione.it