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Lo sguardo di un cane

Lo sguardo di un cane

Vivere con gli animali

Avere in casa degli amici a quattrozampe,

esperienza impagabile che fa bene alla salute

di Alessandra Callegari

 

Ci sono cose che possono capire solo coloro che vivono con un cane. Io sono sempre vissuta con dei cani, almeno da quando ho potuto; ovvero da quando sono andata ad abitare per conto mio.

Da bambina, in realtà, d’estate giocavo con Roby, il pastore tedesco che stava nella nostra casa di campagna, in Brianza. E lui, intelligentissimo, mi faceva rotolare delicatamente con il muso sul prato, senza farmi alcun male. Ma mia madre non voleva cani in casa a Milano. E ho dovuto aspettare i vent’anni.

Prima è stata la volta di Stellina, una cagnetta trovata all’Eremo di Assisi, randagia e un po’ ferita, e portata a Milano nel luglio 1976, che è vissuta con me per circa 12 anni, condividendo per un certo periodo la mia casa da single insieme a ben quattro gatti. Con due in particolare si trovava a suo agio, al punto che permetteva loro di “fare la pasta” sulla sua pancia, sdraiata sul divano….

Poi è arrivato Rakim, un piccolo meticcio di segugio preso al canile municipale di Milano nel luglio 1989. “Levrugio dell’Oman”, lo chiamavamo, indicandolo come tale a chi chiedeva di che razza fosse, per via della sua taglia snella e del nome ispirato a una sura del Corano. E c’era chi ci crdeva, o rispondeva con aria saputa: “Ah, già…!” E sembrava che sorridesse sotto i baffi. Compagno di avventure e di passeggiate in montagna, andava persino in moto… Morto nel 2001, è sepolto nel giardino di una coppia di amici, affacciato sul mare.

E ancora Gas, un incrocio labrador-doberman preso al canile a capodanno del 2003 quando aveva circa un anno. Era stato trovato insieme ad altri 15 cagnetti in una sorta di “canile-lager” ed era l’unico del gruppo che non fosse così traumatizzato da non poter essere adottato. Aveva la passione dell’acqua e della neve e non perdeva una pozza o un laghetto per farsi una nuotata.

Nera invece è arrivata a Chiaravalle come “regalo di Natale” il 24 dicembre 2005, quando aveva poco più di due mesi e mezzo. Sembrava una matassa di pelo nero con le zampotte da labrador… ma è rimasta piccolina, con il pelo nero come la pece. Lei e Gas si sono subito “fiutati” bene, e sono vissuti insieme, in un rapporto quasi di padre-figlia.

Gas era un cane ‘meditatore’… nel senso che ogni tanto si fermava e andava in uno spazio che solo lui conosceva, perdendosi nell’Iperuranio dei cagnetti. Nera invece pensava sempre e solo a giocare. E gioca ancora oggi che, cambiata casa e “famiglia”, vive insieme a Pata, un’altra femmina più giovane di cinque anni, e ha ben due “cuccioli” umani, gemelli di sette anni e mezzo, con cui confrontarsi.

I cani hanno tutti un loro carattere. Anzi, si possono proprio identificare con gli enneatipi. Nera, per esempio, è un E2: seduttiva e permalosa, orgogliosa e bisognosa d’affetto. Pata un E9: dove la metti sta, accomodante, flemmatica e imperturbabile nella sua pigrizia…

Guardando entrambe negli occhi è incredibile quante cose si leggano. Negli occhi di un cane c’è un universo che noi umani non possiamo immaginare.